martedì 24 aprile 2007

Composizione II - Primi schizzi

Mi scuso con i tutti gli utenti del blog per l'assenza di qualche giorno.
Per colmare questo vuoto ho deciso di postare la fase iniziale del lavoro che sto portando avanti assieme all'amico Carlo Bonari,per l'esame di Composizione Architettonica II con il professor Franco Fonatti.

La prima immagine è lo schizzo di partenza, la forma è stata generata con Rhino partendo da uno Sweep a 2 binari di cui ho poi effettuato una copia ruotata.
La seconda immagine è la prima elaborazione alla ricerca di un significato architettonico; per ottenerla ho elaborato con Photoshop CS2 le immagini catturate da Rhino. In particolare ho utilizzato il comando Maschera e l'effetto Neon Glow.




17 commenti:

Anonimo ha detto...

buono

K4rl33 ha detto...

Grazie!

Anonimo ha detto...

sinceramente mi sembra solo un puro esercizio di disegno... hai già pensato a come farlo funzionare?
Finchè è solo un guscio con una forma stravagante non credo sia architettura...
Cosa dovrebbe essere?
Un centro commerciale?

K4rl33 ha detto...

No,si tratta di un centro culturale composto da mostre, bookshop, auditorium. Una specie di Guggenheim Museum..

Trovo che la tua critica sia giusta,in questo periodo mi sto adoperando per trasformare l'idea formale nel progetto funzionale.

Diciamo che l'obiettivo è quello di creare un architettura che funzioni in modo simile ad un organismo vivente, con dei percorsi verticali, orizzontali e obliqui che non delineino degli spazi funzionali troppo gerarchizzati.

Non esiterò ad tenervi informati sull'evolversi del lavoro.


P.S. Vi prego di firmare i vostri commenti senza lasciarli anonimi. Mi fa molto piacere riceverli e per questo trovo giusto,se possibile, conoscerne l'autore.

Anonimo ha detto...

Non era una pura critica negativa, l'idea è molto bella... ma solitamente quello che avviene è che questa rimanga una pura idea perchè non funziona dal punto di vista organizzativa...
Ti pongo una domanda:
visto che sitratta di un museo, pensi che l'involucro che dovrà contenere opere d'arte debba anch'esso essere un'opera d'arte?

Anonimo ha detto...

Niente in confronto con LA MIA ARTE

Emi ha detto...

Veramente bello e interessante...
Una forma veramente originale

Matte ha detto...

Ciao socio...ho dato un occhiata ai vari lavori sono veramente molto belli...complimenti

Anonimo ha detto...

ed io che pensavo che questo era un foglio di carta!Ma è veramente spettacolare! Ciao! Angela

Layla ha detto...

Piacevole come immagine all'occhio, ma come fare a dire bello o brutto riferito ad un' architettura se non si conosce il luogo ed il contesto? A mio parere non si può scindere l'architettura dal suo luogo e dal suo contesto, in quanto dovrebbe essere generata proprio da questi. Poi vorrei esprimere la mia perplessità nel creare prima l'"involucro" o il volume per poi adattarlo alla funzione che dovrà contenere, non dovrebbero essere due tappe distinte, bensì un'unico ragionamento, in quanto la funzione e quindi la fruizione dell'edificio ci suggerisce i movimenti che avverranno e questi inevitabilmente influenzano la percezione dello spazio che il fruitore avrà. Per creare degli spazi, delle viste, delle percezioni e quindi sensazioni interessanti, piacevoli e funzionali bisognerebbe avere già un minimo in mente come funzionerà l'edificio, sia al suo interno (quindi la funzione) sia al suo esterno (quindi relazione con il luogo e contesto). Non vuole essere un giudizio, ma una critica costruttiva per stimolare il pensiero su cosa sia l'architettura.

K4rl33 ha detto...

Non sempre è il luogo a fare l'architettura, talvolta paradossalmente credo possa accadere che sia l'architettura a fare il luogo..
Per quanto riguarda il ragionamento sulla funzione, lo capisco, ma credo che la funzione sia meglio rappresentabile da uno schema piuttosto che da una forma,e trovo più naturale adattare uno schema alla forma, piuttosto che la forma allo schema...
Grazie per il commento!!!

Layla ha detto...

Domanda che vuole stuzzicare: un'architetto crea forme o spazi?

K4rl33 ha detto...

Posto che una forma,dal momento stesso in cui esiste, definisce sempre da due a tre spazi (interno, esterno e di confine), personalmente credo che in architettura la forma,e conseguentemente lo spazio, non si crei, ma si scopra. E si scopre a partire da tutta una serie di interazioni che avvengono all'interno della società in cui si vive..un intreccio invisibile che tiene conto di infiniti fattori che condizionano una determinata epoca. Ecco che allora questa scoperta può avvenire almeno in due modi, uno induttivo e uno deduttivo.
Il modo induttivo analizza tutti e solo i fattori noti e conosciuti, e a partire da questi porta alla creazione di uno spazio che abbia una determinata forma.
Il modo deduttivo invece si basa su una visione che nasce da sensazioni difficilmente catalogabili, espressione dello spirito del tempo,e che,pur filtrata dalla mente di chi media il processo,si manifesta in una forma alla quale necessariamente corrisponderà un determinato spazio.
Questo è cio che, in linea di massima, penso del "fare architettura": mi è del resto impossibile prendere una posizione a riguardo,preferirei che fossero le architetture che forse un giorno contribuirò a realizzare (chissà) a fare questo per me!

Arthur Cravan ha detto...

Premettendo che pur non ritenendo questi due aforismi come sintesi assoluta del fare architettura, penso che:

''L'architettura è sempre l'espressione spaziale di una decisione spirituale''
Mies van der Rohe

"Form does not follow function. Function follows vision. Vision follows reality".
Kiesler

Detto questo, voglio precisare tre cose:
- La forma di questi progetti deriva dall'elaborazione di uno schema funzionale molto preciso, con spazi, metrature ed esigenze funzionali.

- Il contesto ci è stato definito in maniera precisa, con tanto di documentazione fotografica dell'area e informazioni storiche. In questo ambito lo si è escluso perché BTLB è un blog di architettura e software architettonici: per amore di divulgazione si preferisce descrivere i processi che portano a un risultato, e non i fattori e le variabili con le quali ogni progettista avrà a che fare in maniera diversa a seconda dell'incarico.

- Come da titolo questo è un esame di composizione, quindi l'attenzione è incentrata soprattutto sulla definizione della forma, pur non trascurando la funzionalità e la realizzabilità. Durante un esame di statica l'attenzione sarà incentrata sugli amati calcoli del calcestruzzo, e non si prenderà neanche in considerazione la forma dello spazio, ma questo non sarà argomento di interesse di questo blog.

Grazie e ciao!

Arthur Cravan ha detto...

Ancora a risposta di Layla vorrei aggiungere che la visione dell'architettura come risultato generato dal contesto è uno dei modi di concepire l'architettura. E considerando che l'architettura, come dice Mies, è espressione di una decisione spirituale, bisogna valutare gli intenti dell'architetto. Ad esempio l'intenzione formale può voler rappresentare il proprio idealismo, la non-accettazione degli schemi precostituiti, la contrapposizione con la mentalità diffusa; in questo caso il progetto, se rappresenta le idee di chi lo ha disegnato, deve contrapporsi e rendersi ostile al contesto. L'architettura onirica, l'architettura virtuale e l'architettura utopica dimostrano che non sono l'unico a pensarla così.

Layla ha detto...

Non mi sembra di aver mai detto che l'architettura non può uscire dagli schemi o non può opporsi al contesto, solo che deve relazionarsi con esso, e come fai notare ci sono vari modi di farlo, tra cui il contrasto. Semplicemente non credo nel mi piace questo volume quindi ci faccio stare dentro quello che deve starci dentro, secondo me a monte di una decisione progettuale ci deve essere di più.
Grazie per l'interessante scambio di opinioni, penso sia importante ragionare su questi argomenti.

K4rl33 ha detto...

Grazie a te :)

Per quanto mi riguarda,devo dire che,pur intendendolo parte integrante di un progetto,non credo nel puro "devo assolvere a delle funzioni,e quindi ci faccio dei cubi attorno,cercando di legarli bene fra loro".

Vorrei dire infine che sulla carta non sarà mai possibile valutare esattamente la funzionalità di un organismo, sarebbe come pretendere di conoscere il perfetto funzionamento del corpo umano solo avendolo disegnato.

Sono felice che il blog sia un luogo di scambio di opinioni e ragionamenti...qui sei benvenuta!